TEATRO IN FUGA

 TEATRO IN FUGA 

TEATRO IN FUGA è un progetto dedicato alla questione delle migrazioni forzate e si svolge all’interno dei centri d’accoglienza per richiedenti asilo e nelle zone di guerra interessate dal rapporto fra fuggiaschi e popolazione locale (Palestina, Libano, Giordania, Iran). Obiettivo del programma teatrale è di essere strumento utile al fine del superamento di eventi traumatici causati dalla guerra. L’attività artistica si configura come mezzo per recuperare la propria identità in relazione al mondo circostante.

2020/2021
Per Teatro in Fuga è stato attivata una collaborazione con la Caritas di Roma e il centro Santa Bakhita di Acilia dove realizziamo un laboratorio teatrale per le donne migranti con e senza figli ospiti del centro.

2018-2019

RIPARTE TEATRO IN FUGA
l’arte scenica per comprendere il fenomeno delle migrazioni forzate
Al via la nuova edizione di TEATRO IN FUGA, il progetto dell’associazione culturale Artestudio dedicato alla comprensione della questione delle migrazioni forzate attraverso lo strumento del teatro, che prevede molteplici attività: dai laboratori alle performance, dai workshop agli showcooking.

Giovedì 25 ottobre primo appuntamento di Teatro in Fuga 18/19 con un  laboratorio teatrale che si terrà  ogni giovedì a Viterbo dalle 14.30 alle 17.00 presso la palestra Santa Maria della Verità in Via Oslavia 2.

Il laboratorio aperto a giovani migranti, richiedenti asilo, studenti e giovani interessati, prevede un training fisico e vocale volto alla conoscenza base della pratica teatrale, azioni sceniche e improvvisazioni che confluiranno in una performance finale.

Il progetto TEATRO IN FUGA rientra nel calendario italiano dell’Anno europeo del patrimonio culturale 2018.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     Il nostro patrimonio: dove il passato incontra il futuro

2018
prove Riccardo Vannuccini
Riprende da gennaio TEATRO IN FUGA, un progetto che si svolge in Italia e all’estero, dedicato alla questione delle migrazioni forzate compresa attraverso lo strumento del teatro.
TEATRO IN FUGA 18, realizzato con il contributo di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori – e in collaborazione con PROGRAMMA INTEGRA, FERRHOTEL, CITTADINI DEL MONDO, EXPLORA, REFUGEE THEATRE COMPANY, CIMITERO DELLE BOTTIGLIE e CANE PEZZATO, prevede diverse azioni teatrali –  dai laboratori alle performance, dai workshop ai site specific – realizzate con e per i migranti.
Il progetto prende l’avvio con un workshop di 9 incontri nello  S.P.R.A.R. – Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati – di CAMPOBASSO presso la cooperativa KOINE’, nei giorni 15, 16, 17, 27, 28, 29 gennaio e 18, 19 e 20 febbraio, rivolto a minori non accompagnati del Centro.
Di seguito un bel contributo di Sara Forcella sul progetto TEATRO IN FUGA e che prende spunto dallo spettacolo AFRICABAR andato in scena al TEATRO ARGENTINA di Roma nel giugno 2017 

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ARTESTUDIO E MIGRANTI, di SARA FORCELLA.

IL PROGETTO TEATRO IN FUGA.
L’Argentina di Roma è un teatro unico. Così sobrio dall’esterno, entrarvi vuol dire lasciarsi alle spalle, in un attimo, la città e quei rumori incessanti che sempre ci accompagnano e sembrano non zittirsi mai. È una dimensione altra, dove l’inutile ma necessario che esprime la particolarità dell’essere umano trova il suo tempo e prende forma in musica, parole e movimento. Immaginiamo qualcuno che in un teatro in vita sua non ci è mai stato, forse non sa nemmeno cos’è, e questo qui è proprio il primo che vede. Cosa abbia pensato, cosa gli sarà sembrato quel gigante rosso e oro non ci è dato saperlo. Lo sguardo però non tradisce, racconta di uno stupore di fronte a qualcosa fuori dal comune. Chissà cosa succederà adesso, nello strano silenzio prima dello spettacolo che sembra irreale. Le luci si accendono, nel buio emerge un’immagine; i chiaro scuri non lasciano distinguere le figure, sembra un dipinto di Caravaggio. Man mano l’occhio si abitua e lentamente mette a fuoco. E’ un sogno. E’ un risveglio.
Sono in tanti. Vanno, vengono. Riempiono lo spazio muovendosi da una parte all’altra della scena. Il passo è deciso, i muscoli contratti, le mascelle spigolose e serrate. Non servono troppe parole, bastano i movimenti a raccontare in silenzio una storia. Una faticosa marcia sotto il sole, un’estenuante fila d’attesa. Una passeggiata tranquilla, una corsa all’ultimo respiro, un passo veloce e nervoso. Una fuga, una danza. Partono, arrivano. Sembrerebbero non fermarsi mai. Di tanto in tanto, manciate di fogli bianchi, come folate di vento freddo, irrompono sulla scena. Le mani si riempiono, tutti si siedono. Carta leggera che sembra pesare come pietra. Ancora un breve istante, poi uomini e donne riprendono a camminare. Dalla massa indistinta che si muove, emerge una donna. Viene in avanti, ma è come se fosse immobile. Il suo volto è arreso, senza espressione. Ripete, con la disperazione di chi ti dice che le cose non cambieranno, lo stesso gesto. In mano ha una tazza di tè, la tiene stretta come per paura le cadesse da un momento all’altro. Non possiede altro, la tenacia delle dita è tutto ciò che le resta di quello che doveva essere stato il suo tempo, il suo mondo, la quotidianità di una volta così rassicurante. Ma la tazza è vuota, e il cucchiaino gira e gira su se stesso. Manca il calore del tè, il suo profumo che ti sveglia ancor prima di portarlo alle labbra. Manca la menta fresca che addolcisce l’estate torrida, o la polvere scura che fa il tè nerissimo, come spremuto direttamente dalla terra. E’ sola, con la tazza in mano. Vuoto è lo spazio intorno a lei, vuoto come quella tazza che non molla mai. Il cucchiaino che gira, e fa sempre lo stesso rumore, la tiene in vita. Le ricorda un suono che non riesce più a sentire, che ha sepolto i sorrisi e gli affetti. Il tempo è passato, lei è lontana. Ne ha viste tante, troppe forse per essere riuscita a sopravvivere senza aver dovuto pagare un prezzo al dolore. La pelle ha perso la luce e la morbidezza di un tempo. Ha viaggiato, e viaggiato, senza mai dire una parola. Il silenzio l’aiutava a conservare tutto quello che di vivo aveva ancora dentro. Poi, un giorno uguale a tutti gli altri, l’hanno portata via. Attorno a lei, solo l’ocra delle pareti che in quella stanza, come nel deserto, aveva cancellato i colori. C’erano altre donne, ma lei non riusciva a sentire le loro voci. Senza lavarsi, con gli stessi vestiti addosso, ha atteso finché non l’hanno messa in mare. Con lei quella tazza in mano, e il rumore del cucchiaino che gira e gira, che sbatte sulla parete perché non c’è più tè, non c’è più calore che ammortizzi il suono metallico. Quel suono che un tempo forse era stato una voce. Una madre, un bimbo, un innamorato. Tin, tin, tin, tin.

Forse, una canzone d’amore.
Un piazzale, una spiaggia. Uomini e donne si muovono come onde del mare. Vestiti di tutto punto, con un’eleganza nel portamento che sembrano esserci nati su quel palco. La sicurezza nei movimenti e nel ritmo tradisce la gioia dei primi istanti della vita, l’impazienza di trovare qualcuno che ne risvegli l’antica memoria. Soltanto, pesanti cappotti di lana vecchia che non servono a ripararsi dal freddo sembrano di tanto in tanto coprirli. L’inverno è finito, quegli indumenti fuori stagione addosso sono come ferro che piega le gambe. Qualcuno forse non lo conosceva nemmeno, il freddo, prima di arrivare qui. O forse lo aveva sentito, ma era più dolce, meno tagliente per l’aria più calda, di casa, che da quelle parti scalda il corpo e inganna il cuore.

La gente ha avuto paura, quando li ha visti arrivare. Qualcuno ha odiato i muscoli tesi, la pelle tirata e vibrante che ha conosciuto un momento felice. Allora, hanno provato a fermarli, dicendogli che non era vero, che quello che avevano vissuto un tempo non era mai esistito. Gli hanno buttato addosso il freddo che si genera dalle troppe speranze deluse. Per rallentarne i movimenti. Per coprire quella gioia di vivere che è rimasta, nonostante tutto, impressa nei volti che non impallidiscono mai. Sul palco uomini e donne sono inquieti ma vivi, resistono e continuano a cercare. E raccontano un’altra storia, la storia di quello che c’era prima che arrivassero qui, forse molto tempo fa. Storie di amori, di affetti, di donne e di uomini. Storie che sono anche nostre.

Africabar, Sabbia e Respiro sono i tre spettacoli che la Compagnia Artestudio ha portato avanti nell’ambito del progetto Teatro in Fuga, svolto all’interno dei centri d’accoglienza per richiedenti asilo. Tre performance teatrali che non narrano i fatti di cronaca sui migranti, la burocrazia soffocante, o la quotidianità forzata dei bisogni, dove il tempo è immobile e si perde nel nulla di giornate sempre uguali. Sono, invece, il frutto di un incontro, un incontro possibile, dove la comunicazione fa leva sul linguaggio condiviso della capacità di immaginare dell’essere umano, accesa dalla forza universale dell’arte. Una narrazione collettiva, quella del teatro, in grado di parlare a chiunque, poiché stimola la sensibilità di ciascuno e risuona, più o meno fortemente, nella proprie storie personali. Ci ricorda chi siamo e di cosa siamo fatti, di affetti e di emozioni, di quelle cose apparentemente inutili che sono però l’essenza della nostra identità. La materia di cui sono fatti i sogni, diceva Shakespeare. Materia e pensiero. E pelle, attraverso cui sentiamo la bellezza e ritroviamo i momenti di calore della nostra vita. Il teatro fa questo, racconta la speranza di quel calore, a chi l’ha persa; a chi l’ha dovuta mettere da parte, in attesa di riprendersela in un momento migliore; a chi ne ha fatto a meno per troppo tempo, nel disperato tentativo di lenire un dolore. Esso ci permette di affrontare pezzi di vita per renderli, nella rappresentazione, qualcosa di completamente nuovo e diverso. Così, una realtà che faceva paura diventa un gioco, un dolore inesprimibile diventa racconto, si rielabora e si trasforma. L’arte canta la bellezza che c’è in noi e che resiste, quel potenziale innegabile che l’essere umano si porta, per natura, dentro di sé, e grazie al quale può immaginare, in una condizione precaria e difficile come quella del migrante oggi, una possibilità di realtà diversa. Il lavoro condotto da Artestudio si muove in questa direzione, con coraggio sostiene questa possibilità di intravedere una realtà nuova attraverso la forza immaginativa del teatro. Non cerca un teatro sociale, non insiste sulla diversità culturale come divario incolmabile, in un rapporto che sembrerebbe non poter mai garantire uno scambio profondo. Qui migrante o non migrante, non fa alcuna differenza. Il tentativo di Artestudio vuole proporre una comunicazione vera, in grado di svalicare le barriere linguistiche grazie ad un sentire che si affida al suono. Chissà cosa starà dicendo l’attore. Eppure la sua voce ti accarezza come velluto, o ti stringe la gola. Altre volte è un canto.

La donna di prima è di nuovo in scena, ma non ha più la tazza in mano. Tra le dita, invece, tiene un pennello. Il volto di cera perso nel vuoto che non esiste è scomparso. E’ qui, ora. Il velo color blu le incornicia il viso. La sua figura sul palco è delicata, eppure così determinata, tanto che gli sguardi del pubblico sono solo su di lei. L’espressione decisa lascia intendere che non dirà una sola parola, ma sa già tutto, gli occhi parlano al suo posto. Non è più sola. A fianco a lei c’è un uomo, alto, bello e forte. Viene da qualche paese africano, come lei, anche se lui è nero e lei no, è più chiara e dai tratti completamente diversi. I due guardano verso la platea, poi lentamente si girano uno verso l’altro. Si guardano così vicini, per la prima volta. Allora la donna prende il pennello e con il movimento della mano mima il disegno del volto. Niente sembra essere più naturale, di quel movimento. Dipinge i contorni, e poi gli occhi e la bocca. Occhi nuovi. Non ci sono specchi dove vedere solo il proprio riflesso. Sono così diversi. Sono due sconosciuti. Lei lo sa, è lì per raccontarglielo. Guardami. Ecco il tuo volto. Sono i miei occhi a disegnarlo. E’ tuo.
SARA FORCELLA, mediatrice culturale.

GENNAIO / FEBBRAIO 
WORKSHOP allo S.P.R.A.R. per minori non accompagnati di Casacalenda (CB).
Gli incontri si svolgono due volte al mese per tre giorni e prevedono training fisico e vocale e prove su azioni sceniche. Il workshop è tenuto da Riccardo Vannuccini con Eva Grieco

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MARZO
Dopo il successo del workshop con gli ospiti dello S.P.R.A.R. (Servizio Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) di Casacalenda (CB), le azioni del progetto proseguono a marzo con due importanti attività: un laboratorio teatrale per migranti e richiedenti asilo  che si svolgerà in 3 centri della Capitale e un workshop su teatro e integrazione rivolto ai bambini della scuola media inferiore presso  EXPLORA Museo dei Bambini di Roma.

Così gli appuntamenti:
laboratorio teatrale in 3 centri per migranti e richiedenti asilo dal 5 marzo fino al mese di maggio: biblioteca interculturale Cittadini del Mondo Viale Opita Oppio 45, dal 5 marzo tutti i lunedì dalle ore 10.00 alle 12.00; centro Programma Integra Via Assisi 41, dal 7 marzo tutti i mercoledì dalle 14.00 alle 16.00; centro accoglienza Ferrhotel via del Mandrione 301, tutti mercoledì dalle ore 17.00 alle 19.00. Il laboratorio è libero e gratuito e prevede la realizzazione di una performance che sarà presentata nel mese di maggio e in replica nel mese di luglio.
Workshop su teatro e integrazione per bambini delle scuole medie inferiore: 6 marzo, 13 marzo, 20 marzo dalle ore 10.00 alle 12.00 presso EXPLORA Museo dei Bambini di Roma Via Flaminia 82.
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APRILE
Sabato 28 aprile
alle ore 20.00 presso lo S.P.R.A.R. – Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati – di Casacalenda (CAMPOBASSO) va in scena PLAY on the BEACH per la regia di Riccardo Vannuccini con i minori non accompagnati ospiti del centro.

La performance viene a conclusione del workshop teatrale svolto da Riccardo Vannuccini e Eva Grieco nello S.P.R.A.R. gestito dalla cooperativa Koinè e ha coinvolto da gennaio ad aprile 20 richiedenti asilo di età inferiore ai 18 anni.
Il laboratorio scenico ha inteso svolgere un’azione di comprensione riguardo al tema delle migrazioni forzate e favorire una relazione armonica fra locali e stranieri con il workshop presso il centro e con lezioni spettacolo dimostrative nella scuola elementare e nell’Istituto tecnico superiore di Casacalenda.

MAGGIO
sabato 5 maggio
ore 17.00 NAUSICAA VALZER

Museo Explora – Via Flaminia 82 – Roma
performance con 25 attori migranti e richiedenti asilo provenienti dall’Africa e dal Bangladesh
a cura di Alba Bartoli, Maria Sandrelli e Caterina Galloni

Sabato 5 maggio alle ore 17.00 a EXPLORA il Museo dei bambini di Roma – via Flaminia 82, va in scena NAUSICAA VALZER, con i richiedenti asilo di Teatro in Fuga 18,  un progetto dedicato alla comprensione della questione delle migrazioni forzate attraverso lo strumento del teatro, realizzato da Artestudio con il contributo di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori –

Lo spettacolo, frutto di un laboratorio teatrale condotto in tre centri della capitale che si occupano di accoglienza e servizi ai migranti quali Programma Integra, la biblioteca Cittadini del Mondo e lo S.p.r.a.r. Ferrhotel-Caritas Roma, vede la partecipazione di 25 attori migranti ed è dedicato alla figlia del re Alcinoo, la quale accoglie Ulisse nella sua isola dopo un ennesimo naufragio, si prende cura di lui, lo conforta e lo conduce con passo incerto alla certezza della condivisione. La storia di Nausicaa è qui occasione per un teatro indiretto, non dialogico, poetico ed emozionale, che si occupa delle cose indicibili.

Un racconto in 3 quadri o 3 tempi, come il valzer,  che lascia aperto il varco all’indefinito, un balbettio narrativo, per immagini e suggestioni, da cui si intravede, tra le crepe dell’azione, il legaccio che unisce l’espressione artistica e la casualità della vita.

ingresso gratuito allo spettacolo

 

 

domenica 27 maggio ESERCIZI PER ATTORI IN UN MUSEO performance con i richiedenti asilo del progetto
ore 11.30 Crypta Balbi –  Via delle Botteghe Oscure, 31
ore 15.30 Palazzo Altemps – Piazza Sant’Apollinare, 76
in collaborazione con Museo Nazionale Romano
ingresso con il biglietto del museo      info.artestudio@libero.it

GIUGNO
sabato 16 giugno 
ESERCIZI PER ATTORI IN UN MUSEO performance con i richiedenti asilo del progetto

ore 11.30 Palazzo Massimo alle Terme  – Largo di Villa Peretti, 2
ore 15.30 Terme di Diocleziano – Viale Enrico De Nicola, 76
in collaborazione con Museo Nazionale Romano
ingresso con il biglietto del museo     info.artestudio@libero.it

venerdì 22 giugno NAUSICAA VALZER FRAMMENTI
ore 17.30 Programma Integra – Ufficio Integrazione di Roma Capitale
Via Assisi 39/41
in occasione della giornata mondiale del rifugiato e nell’ambito della manifestazione “Via Assisi_la conquista dello spazio”
ingresso gratuito

info: artestudiox@libero.it    info.artestudio@libero.it

 

 

2017
COMPOSIZIONE SCENICA
TEATRO IN FUGA TORNA A TEHERAN
Al via la nuova edizione del progetto TEATRO IN FUGA che inizia DOMENICA 15 GENNAIO con un
WORKSHOP a TEHERAN condotto da RICCARDO VANNUCCINI a cui partecipano giovani iraniani e giovani  rifugiati afghani e si concluderà con una performance tratta dal  ROMEO E GIULIETTA DI SHAKESPEARE il 31 gennaio.
TEATRO IN FUGA17 progetto stabile e continuo di ARTESTUDIO, è realizzato in questa edizione con il sostegno di SIAE.
TEATRO IN FUGA17 prepara numerose iniziative in Italia e all’ estero nei Centri Accoglienza, nelle Scuole, nei Musei, ancora in Libano, e si concluderà con lo spettacolo AFRICABAR al TEATRO ARGENTINA di ROMA, con la partecipazione di 20 attori richiedenti asilo, nel GIUGNO 2017 in
occasione della giornata mondiale del rifugiato.
Con ARTESTUDIO partecipano in questa fase al progetto la REFUGEE THEATRE COMPANY, SIAE, il CENTRO ARMADILLA, PROGRAMMA INTEGRA.
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PERFORMANCE CONCLUSIVE a TEHERAN per IL PROGETTO TEATRO IN FUGA 17

Venerdì 27 gennaio a Tehran la performance LA MIA PICCOLA STANZA concluderà il laboratorio teatrale condotto da Riccardo Vannuccini  con Valentina Lamorgese e Sheida Goudarzi. Il laboratorio è una delle due iniziative realizzate in Iran da ArteStudio con il sostegno di SIAE per TEATRO IN FUGA 17. Il progetto ha coinvolto in questa iniziativa circa 20 bambini rifugiati Afgani della scuola THE SCHOOL OF CULTURE che non possono frequentare la scuola pubblica iraniana perché sprovvisti di documenti.
Di seguito, domenica 29 gennaio presso il Teatro Mostagel di Tehran si terrà la performance ROMEO E GIULIETTA A TEHRAN, uno studio scenico sul capolavoro scespiriano a cura di Riccardo Vannuccini con la collaborazione di Majid Shah Mohammady, Valentina Lamorgese e Sheida Goudarzi
 27 GENNAIO ORE 9.00 MOSCHEA
LA MIA PICCOLA STANZA
Workshop a cura di RICCARDO VANNUCCINI, Sheida Goudarzi, Valentina Lamorgese con gli alunni della scuola THE SCHOOL OF CULTURE.
29 GENNAIO ORE 17.00 TEATRO MOSTAGEL
ROMEO E GIULIETTA A TEHRAN
Da Shakespeare
a cura di RICCARDO VANNUCCINI
con la collaborazione di Majid Shah Mohammady, Sheida Goudarzi, Valentina Lamorgese  e con la partecipazione di Niousha Sabri, Mahshid Motamedi, Zohreh Yahiaiee, Mohsen Shah Mohammady, Saeed Masahi, Sheida Goudarzi, Babak Hejri, Roozbeh Shafiee, Shahrzad Bayani, Mersedeh Sharifi, Seyed Sina Nabavi Razavi, Hossein Ahangrani Farahani, Majid Shah Mohammady.

ARTESTUDIO IN IRAN FOR THE PROJECT THEATRE ON THE RUN 17

On Friday, January 27th in Tehran, the performance MY LITTLE ROOM will end the theatre workshop led by Riccardo Vannuccini with Valentina Lamorgese and Sheida Goudarzi. The workshop was one of the two initiatives realized in Iran by ArteStudio with SIAE for the project THEATRE ON THE RUN 17. The project involved around 20 Afghan refugee children from THE SCHOOL OF CULTURE, who cannot attend Iranian public school because of their lack of IDs.
In addition, the performance ROMEO AND JULIET IN TEHRAN, a study on the Shakespearean masterpiece directed by Riccardo Vannuccini with the collaboration ofMajid Shah Mohammady, Valentina Lamorgese, and Sheida Goudarzi will be presented atMostagel Theatre in Tehran on Sunday, January 29th.
27 JANUARY, 9 am MOSQUE
MY LITTLE ROOM
Workshop by RICCARDO VANNUCCINI, Sheida Goudarzi, Valentina Lamorgese
with the students of THE SCHOOL OF CULTURE.
29 JANUARY, 5 pm MOSTAGEL TEHRAN THEATRE
ROMEO AND JULIET IN TEHRAN
From Shakespeare
Directed by RICCARDO VANNUCCINI
in collaboration with Majid Shah Mohammady, Sheida Goudarzi, Valentina Lamorgeseand with the participation of Niousha Sabri, Mahshid Motamedi, Zohreh Yahiaiee, Mohsen Shah Mohammady, Saeed Masahi, Sheida Goudarzi, Babak Hejri, Roozbeh Shafiee, Shahrzad Bayani, Mersedeh Sharifi, Seyed Sina Nabavi Razavi, Hossein Ahangrani Farahani, Majid Shah Mohammad.

TEATRO IN FUGA17
#act2  Laboratorio teatrale per giovani richiedenti asilo
Nell’ambito del progetto TEATRO IN FUGA17 realizzato da Artestudio, mercoledì 1 febbraio avrà inizio un laboratorio teatrale rivolto a giovani immigrati e richiedenti asilo della durata di 4 mesi, al termine dei quali i partecipanti avranno l’opportunità di far parte della REFUGEE TEATHER COMPANY in scena a giugno al TEATRO ARGENTINA di Roma con lo spettacolo AFRICABAR. 

Il laboratorio, libero e gratuito si terrà ogni mercoledì dalle 14,30 alle 16,30 a Roma presso il centro Programma INTEGRA in Via Assisi 41.
TEATRO IN FUGA è un progetto artistico stabile e continuo di ARTESTUDIO, realizzato per questa edizione con il sostegno di SIAE e dedicato alla questione delle MIGRAZIONI FORZATE e all’immigrazione in genere.
TEATRO IN FUGA17 svolge numerose azioni in Italia e all’ estero:#act1 laboratorio teatrale in Iran 15-30 gennaio; #act2 laboratorio per richiedenti asilo e giovani immigrati durata 4 mesi presso Programma Integra 1 febbraio –giugno; #act 3 workshop negli S.P.R.A.R. d’Italia;#act 4 workshop in Libano con giovani rifugiati siriani mese di aprile; #act5 workshop a Roma nei centri  Armadilla, Programma Integra mese di maggio;  #act6 performance in tre musei di Roma GNAM, MACRO e PIGORINI mese di maggio; #act7 spettacolo AFRICABAR al TEATRO ARGENTINA di ROMA, GIUGNO 2017 in occasione della giornata mondiale del rifugiato.
Con ARTESTUDIO partecipano in questa fase al progetto la REFUGEE THEATRE COMPANY, SIAE, il CENTRO ARMADILLA, PROGRAMMA INTEGRA.

#act 3 TEATRO IN FUGA DA NORD A SUD
Prosegue in tutta Italia l’attività di ARTESTUDIO col progetto TEATRO IN FUGA 17.
Il progetto, realizzato con il contributo di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori – e in collaborazione con PROGRAMMA INTEGRA, ARMADILLA e CANE PEZZATO, raggiunge numerosi centri S.P.R.A.R. – Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati – dal nord al sud d’ Italia, dove si svolgeranno  stage sul teatro come strumento di relazione importante fra locali e migranti.
Prossima tappa, dopo la riuscita esperienza allo S.P.R.A.R. di SAN MARTINO IN STRADA (LODI)  presso la COOPERATIVA LE PLEIADI nel mese di marzo, sarà lo S.P.R.A.R. di CAMPOBASSO presso la cooperativa KOINE’ dal 3 al 5 aprile.
Si prosegue fino a luglio con workshop dalla LOMBARDIA alla SICILIA.
Gli STAGE TEATRO IN FUGA a cura di RICCARDO VANNUCCINI sono rivolti ai migranti – in alcuni casi si tratta di minori non accompagnati – agli operatori dei centri SPRAR, ai cittadini del luogo dove insiste il Centro. Attraverso l’azione scenica intesa come spazio di comprensione di fronte agli accadimenti inediti e importanti dell’esistenza si intende affrontare la questione dell’immigrazione e delle migrazioni forzate, tema epocale del nostro tempo.
prossimi appuntamenti:
Trezzano sul Naviglio (MI) 10,11,12 maggio
Alessandria 14,15,16 maggio
Piazza Armerina (EN) 25,26,27 maggio
PROSSIMO APPUNTAMENTO INTERNAZIONALE PER TEATRO IN FUGA17

LIBANO
Dal 19 al 30 aprile, Artestudio è a BEIRUT per un nuovo workshop teatrale con rifugiati del campo profughi di SHATILA.

#act4 workshop in Libano nel campo di SHATILA
Artestudio vola in Libano per un workshop con giovani rifugiati siriani nel campo di SHATILA. Dal 19 al 30 aprile Riccardo Vannuccini con Valentina Lamorgese conduce un laboratorio per giovani donne  e ragazzi minorenni provenienti dalla Siria. Il lavoro è documentato dal videomaker Pietro Freddi.

#act5 workshop a Armadilla onlus per bambini immigrati di prima e seconda generazione
Nell’ambito del progetto TEATRO IN FUGA17 realizzato da Artestudio, con il sostegno di SIAE, martedì 2 maggio, venerdì 5 maggio e martedì 9 maggio presso la scuola  elementare di Via Bellingeri, si terrà un workshop teatrale rivolto a bambini immigrati dai 6 ai 12 anni di prima e seconda generazione del programma Armadilla onlus. Il workshop, tenuto da Maria Sandrelli e Caterina Galloni dalle ore 17.00 alle ore 19.00, si pone come un’altra azione importante di formazione e integrazione del progetto TEATRO IN FUGA17  che si concluderà con lo spettacolo AFRICABAR al Teatro Argentina di Roma il 22,23,24 giugno p.v.

#act6, performance  GNAM e MACRO
Torna il progetto Teatro in Fuga realizzato da ArteStudio e sostenuto da SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori con un doppio appuntamento!

Sabato 10 giugno 2017, il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma ospita,in collaborazione con ArteStudio  il site-specific OBJECT TROUVÉ. La performance, promossa da Roma CapitaleAssessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, prende avvio con il ritrovamento sul pavimento del MACRO di alcuni oggetti, segni di un naufragio in mare o, forse, nella mente, come su di una spiaggia immaginata.
Domenica 11 giugno 2017,la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea presenta in collaborazione con ArteStudio, Collage. Paesaggio estivo senza spiaggia di Riccardo Vannuccini.

#act6  PERFORMANCE MUSEO PIGORINI
IN OCCASIONE DE “LA FESTA DEI MUSEI”#

IMPRESSION D’AFRIQUE
SITE-SPECIFIC A CURA DI RICCARDO VANNUCCINI
realizzato con i rifugiati provenienti dall’ Africa del progetto TEATRO in FUGA.
21 MAGGIO 2017
ore 11,30 – 12,15 –  12,45

Museo delle civiltà – Museo nazionale preistorico etnografico LUIGI PIGORINI
Piazza Guglielmo Marconi 14 00144 Roma EUR

ArteStudio, nell’ambito del progetto TEATRO IN FUGA17 sostenuto da SIAE, presenta in collaborazione con il Museo delle civiltà – MUSEO LUIGI PIGORINI di Roma, la performance IMPRESSION D’AFRIQUE in occasione della Festa dei Musei.
In scena otto richiedenti asilo in visita alle sale del Museo, sezione Africa, che accompagnano la visione delle opere in esposizione con storie personali provando a intrecciare in maniera misteriosa, come in un tessuto, l’ARTE e la VITA VISSUTA.
Al pari di un found footage cinematografico, le opere d’arte si incontrano con i volti dei migranti scampati ai naufragi, e questo im-possibile collage di corpi e di segni cerca di inventare un luogo dinamico e inedito con l’azione artistica che si fa gesto di comprensione degli accadimenti umani.
La regia di IMPRESSION D’AFRIQUE è firmata da RICCARDO VANNUCCINI e dura ogni volta circa 15’. La performance fa parte di TEATRO IN FUGA17un progetto artistico stabile e continuo di ARTESTUDIO, realizzato per questa edizione con il sostegno di SIAE  Società Italiana degli Autori ed Editori- e dedicato alla questione delle MIGRAZIONI FORZATE e all’immigrazione in genere.

INFO e-mail: artestudiox@libero.it   tel: +393287575388 FB Artestudio twitter @artestudiox

#act7 AFRICABAR al Teatro Argentina di Roma  – 22,23,24 giugno 2017
Spettacolo conclusivo e ultimo della trilogia del Deserto, dopo SABBIA e RESPIRO, per la regia di Riccardo Vannuccini con i richiedenti asilo di Teatro in Fuga, la Refugee Theatre Company e con Alba Bartoli, Maria Sandrelli, Lars Rhom, Eva Grieco, Anna Carlier.

Lo spettacolo AFRICABAR così come il progetto TEATRO IN FUGA 17 è stato realizzato in collaborazione con la REFUGEE THEATRE COMPANY, SIAE, il CENTRO ARMADILLA, PROGRAMMA INTEGRA.

2016
WORKSHOP IN LIBANO
ARTESTUDIO CON MIBACT BANDO MIGRARTI e con COOPERATIVA SOCIALE ARMADILLA, ROMA e MAKHZOUMI FOUNDATION , BEIRUT
Il 9 Maggio 2016, nell’ambito del progetto TEATRO IN FUGA, inizierà una serie di workshop tenuta in Libano, a cura di RICCARDO VANNUCCINI ed EVA GRIECO. 

I laboratorio teatrali vedranno la partecipazione di giovani e giovanissimi rifugiati siriani ospiti dei centri di accoglienza di Beirut e della valle del Bekaa. Scopo del programma teatrale, che si riferisce alla questione delle migrazioni , è di essere strumento utile al fine di superare eventi traumatici causati dalla guerra. L’attività artistica si configura come mezzo per recuperare la propria identità in relazione al mondo circostante. La performance dal titolo GIULIA E NAUSICAA IN LEBANON, tratterà la storia di due donne, come suggerito dallo stesso nome , Giulietta di Shakespeare e Nausicaa di Omero.
ArteStudio in Libano

Workshop a cura di RICCARDO VANNUCCINI ed EVA GRIECO
INFO: +393920130873 MAIL: info.artestudio@libero.it

Altre azioni di Teatri in Fuga anno 2016 sono:
MAGGIO: performance con giovani attori richiedenti asilo alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e al Museo Macro di Roma
MAGGIO: stage di teatro alla scuola media inferiore Borgoncini Duca di Roma su Intercultura e inclusione
GIUGNO: spettacolo RESPIRO al Teatro Argentina di Roma con giovani attori richiedenti asilo e la compagnia Artestudio diretto da Riccardo Vannuccini

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2015
ARTESTUDIO A TEHERAN
La compagnia teatrale ARTESTUDIO, in collaborazione con la compagnia teatrale iraniana AV TEAHTER, presenterà presso la Casa del Teatro di Teheran, la performance OPHELIA STANZE VARIAZIONE1 e VARIAZIONE2, sabato 28 novembre alle ore 19:30. La performance è la conclusione di un workshop svolto dal 20 al 29 novembre a Teheran a cura di RICCARDI VANNUCCINI con la collaborazione di FLAVIA MEUTI e PIETRO FREDDI, che ha visto il coinvolgimento di due gruppi formati rispettivamente da trenta e da quindici persone. Lo spettacolo, così come suggerisce il titolo, si basa sul rapporto tra Amleto ed Ofelia punto di avvio di una riflessione sull’attualità, il contemporaneo ed il confronto tra culture diverse e tradizioni diverse. “Ofelia Stanze” fa parte del progetto ArteStudio denominato TEATRO IN FUGA 2015.

Per info e materiali artestudiox@libero.it
È disponibile un reportage fotografico e un video sull’esperienza a Teheran, realizzato da Pietro Freddi