PORT ROYAL

PORT ROYAL
Celebre abbazia medievale francese, luogo di studio e di educazione dove fra gli altri si è formato il filosofo Pascal, ma anche luogo avventuroso nelle Antille nel  XVII secolo  attraversato da  pirati,  bucanieri e corsari  in cerca di una sorte migliore.

Port Royal è un progetto a cura di Riccardo Vannuccini che Artestudio  realizza per il 2020 e per il 2021 con il contributo della Regione Lazio, Direzione Affari Istituzionali, Area Politiche degli Enti Locali e con la collaborazione degli Istituti Penitenziari di Latina, Rieti, Velletri, Viterbo, Paliano e Regina Coeli di Roma. Il progetto ha la durata di 12 mesi nei quali sono realizzati laboratori, workshop e performance teatrali nei sei carceri del Lazio.
Port Royal nel 2023 si estende anche alle REMS (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza), in particolare a quella di Palombara Sabina, di Rieti e di Subiaco, continuando le attività anche negli Istituti di Rieti, Latina e Regina Coeli, così come nel 2024 il progetto avrà seguito con le stesse modalità.

PORT ROYAL che riprende e sviluppa un progetto ultradecennale di ARTESTUDIO, in particolare vuole da una parte assicurare tramite la partecipazione diretta della popolazione detenuta di alcuni istituti – Regina Coeli, sezione comuni e sex offender; Viterbo, sezione comuni; Rieti, sezione sex offender, Velletri, sezione comuni, Paliano e Latina, comuni – un’attività culturale stabile e continua nell’intento di contrastare il disagio e l’emarginazione sociale; e dall’altra migliorare la qualità della vita detentiva e favorire la crescita culturale tramite la condivisione di progetti culturali comuni.

Il progetto PORT ROYAL vuole seguitare l’attività di ARTESTUDIO all’interno dei vari Istituti penitenziari, garantendo un servizio utile e aggiornato ritenuto da tutti necessario e che si svolge con la collaborazione della Direzione, degli educatori e della Polizia Penitenziaria.
In questo progetto vogliamo sottrarre il detenuto al “teatro del giudizio”.
Al contrario, il nostro lavoro segue l’inoperosità di Benjamin, Agamben e Nancy: nessun equivoco sul mestiere dell’ attore, i detenuti sono impegnati in una singola e singolare, personale ricerca di recupero delle possibilità esistenziali attraverso lo strumento dell’ espressività.
Col progetto intendiamo:
– Realizzare attraverso percorsi educativi dell’ arte e della cultura processi di sostegno e di reinserimento e risocializzazione della popolazione detenuta;
-Favorire la fruibilità dei diritti delle persone detenute, cioè la possibilità di esprimere emozioni e sentimenti, di svolgere attività di gruppo e di avere contatti con realtà esterne al carcere;
-Realizzare momenti creativi ed educativi di tipo artistico-culturale che vedano i detenuti protagonisti delle attività svolte;
– (Ri)percorrere attraverso l’ arte percorsi formativi anche non dialogici utili alla individuazione della propria personalità secondo possibilità diverse e sconosciute.